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Insieme alle città candidate per i Giochi Olimpici del 2024, assegnati a Parigi, Roma spiccava tra le favorite. Tuttavia, non senza numerose polemiche, soprattutto politiche, e come le concorrenti Budapest ed Amburgo, la capitale italiana si è ritirata in corsa e a distanza di pochi mesi dalla presentazione del progetto. Cosa ha determinato questa presa di posizione? Si tratta di un successo mancato o di uno scampato fallimento? Cerchiamo di percorrere le varie tappe che hanno visto Roma candidata come sede delle Olimpiadi 2024, i motivi del cambiamento di rotta e le conseguenze che questa decisione ha inevitabilmente portato con sé.

La seconda volta buona

Roma è stata candidata più volte nel corso della sua storia come sede dei Giochi Olimpici: la prima risale al 1908, poi ritirata a causa dell'eruzione del Vesuvio avvenuta nel 1906; si ritentò poi per i Giochi del 1924, 1936 e 1944. Dopo l'assegnazione delle Olimpiadi del 1960, Roma fu ricandidata per il 2004, forte dell'esperienza del Giubileo del 2000, Atene, tuttavia, risultò la preferita. Dopo che il Governo Monti bocciò la candidatura per i Giochi del 2020 a causa della difficile situazione economica del Paese, le Olimpiadi del 2024 potevano essere la seconda volta buona.

Proprio valorizzando l'esperienza positiva di Roma 1960, che vide una riqualificazione della città e una decisiva spinta economica nei duri anni del secondo dopoguerra, il Governo Renzi ha appoggiato fin dal dicembre 2014 la candidatura per il 2024. La proposta di Roma come sede dei Giochi Olimpici 2024 è divenuta ufficiale l'11 settembre 2015 in Campidoglio, con le firme dell'allora sindaco Ignazio Marino e del Presidente del CONI Giovanni Malagò, insieme a Luca Cordero di Montezemolo, presidente del comitato promotore, Luca Pangalli, del Comitato Paralimpico, all'assessore per l'Urbanistica Giovanni Caudo e alla direttrice generale del Comitato Olimpico Roma 2024 Claudia Bugno.

Il logo del progetto di Roma 2024

Un grande progetto

Il Dossier Olimpico, ufficializzato il 12 febbraio 2016, prevedeva un grande progetto di ristrutturazione delle infrastrutture già esistenti, l'installazione di strutture temporanee e la costruzione di opere permanenti, che sarebbero poi rimaste a disposizione di Roma e dei suoi cittadini alla fine della manifestazione. Secondo le linee guida presentate, la città sarebbe stata organizzata in cinque grandi cluster, a seconda delle specialità olimpiche ospitate.

La prima grande area dedicata alle Olimpiadi, memore dell'esperienza del 1960, sarebbe stata la zona del Foro Italico: le cerimonie inaugurali e di chiusura del Giochi si sarebbero svolte allo Stadio Olimpico, sede anche delle gare di atletica e delle partite di calcio; lo Stadio del Nuoto avrebbe giustamente ospitato le gare della disciplina, mentre lo Stadio Centrale del Tennis e il Nicola Pietrangeli sarebbero stati destinati alla pallanuoto e alle gare di tuffi.

Il secondo grande cluster prevedeva la realizzazione del Villaggio Olimpico di Tor Vergata: non solo la creazione di 17mila posti letto per gli atleti, che poi sarebbero stati destinati agli studenti della vicina Università e alle famiglie dei pazienti del Policlinico di Tor Vergata, ma anche l'importante riqualificazione delle Vele, progetto per i Mondiali di nuoto del 2008 di Santiago Calatrava, rimasto incompiuto e spesso additato come ecomostro. Qui si sarebbero svolte le gare di pallacanestro e pallamano e sarebbero stati installati impianti provvisori per la pallavolo e la ginnastica artistica, mentre le strutture dedicate al ciclismo su pista, alle BMX e al tennis sarebbero rimaste opere permanenti. In quest'area sarebbero state ospitate anche le gare di baseball e softball, qualora le discipline fossero state incluse nei Giochi.

La terza area dedicata alle Olimpiadi sarebbe stata incorniciata dai monumenti del centro storico: le strutture provvisorie installate tra le Terme di Caracalla e i Fori Imperiali avrebbero ospitato le gare di tiro con l'arco, mentre il Colosseo e i Fori sarebbero stati il punto di arrivo e di partenza della maratona e del ciclismo su strada.

Raccogliendo il testimone delle Olimpiadi di Roma 1960, il quartiere dell'EUR avrebbe visto disputare le gare di triathlon nel laghetto, di hockey allo Stadio Tre Fontane e di pallavolo e ginnastica artistica presso il Palalottomatica.

L'area della Fiera di Roma, invece, avrebbe ospitato il badminton, la boxe, il judo, la scherma, il taekwondo, il tennistavolo e le gare di sollevamento pesi. In forse anche il karate e l'arrampicata, non ancora inserite tra le discipline ufficiali.

Oltre ai grandi cluster dedicati alle Olimpiadi 2024, sarebbero state coinvolte anche altre aree della città, come Villa Ada per la mountain bike, i Pratoni del Vivaro e Piazza di Siena per l'equitazione, lo Stadio Flaminio per le gare di rugby a 7, pentathlon e pallavolo, Tor di Quinto per le gare di tiro e il golf al Marco Simone Golf Club, mentre i Giochi sarebbero stati trasmessi da Saxa Rubra.

Le Olimpiadi, però non avrebbero dato lustro solo alla capitale. Molte gare, infatti, avrebbero visto la partecipazione anche di altre 11 città italiane: Cagliari per la vela e poi Milano, Torino, Genova, Verona, Udine, Bologna, Firenze, Napoli, Bari e Palermo.

L'arrivo della torcia olimpica era previsto a Lampedusa, territorio simbolo dell'accoglienza italiana, in memoria delle vittime del mare.

Il grande progetto delle Olimpiadi di Roma 2024 prevedeva un budget di circa 5,3 miliardi di euro, di cui 2,1 miliardi per la realizzazione di opere permanenti e 800 milioni per la sicurezza durante la manifestazione. Le stime sostenevano, inoltre, la creazione di circa 170.000 nuovi posti di lavoro a Roma e in tutta Italia, di cui 48.000 tra il 2017 e il 2023, in fase pre Olimpiadi.

In parallelo alla costruzione delle nuove infrastrutture, si sarebbero implementati i collegamenti con i mezzi pubblici (l'incompiuta Metro C, in particolare) e la mobilità della capitale in generale.

Il "No" deciso del Campidoglio

Pochi mesi dopo la presentazione del Dossier Olimpico, Virginia Raggi, candidata al Campidoglio per il Movimento Cinque Stelle, è stata eletta sindaco di Roma a seguito del ballottaggio con Roberto Giachetti, del Partito Democratico. Entrambi i candidati sindaco hanno fatto delle Olimpiadi 2024 un punto forte della propria campagna elettorale: fortemente contraria lei, fervente sostenitore lui. Il sindaco Raggi, infatti, ha sempre sostenuto l'incandidabilità di Roma alla manifestazione, affermando che si trattasse di un progetto troppo oneroso per il Comune e i cittadini e sollevando la necessità di risolvere problematiche più urgenti. A sostegno della tesi del Campidoglio, è stato presentato uno studio dell'Università di Oxford in cui viene illustrato come i costi stimati per la realizzazione dei progetti dedicati ai Giochi Olimpici aumentino esponenzialmente in corso d'opera, portando di fatto ad un indebitamento della città ospitante. Tra i punti a sfavore della candidatura alle Olimpiadi, anche il timore per la creazione di ecomostri e di infiltrazioni mafiose negli appalti per la realizzazione delle infrastrutture.

La sindaca è stata aspramente criticata dalle opposizioni e dai comitati promotori dei Giochi e a chi ha proposto di indire un referendum popolare relativo alla candidatura di Roma, ha risposto che i cittadini avessero già scelto in fase di ballottaggio.

Le proposte del Comune, in alternativa alla realizzazione delle infrastrutture sportive dedicate ai giochi Olimpici, riguardavano la ristrutturazione di spazi già esistenti, in modo da renderli accessibili alla cittadinanza a prezzi più contenuti, la riqualificazione della Città del Nuoto in collaborazione con l'Università di Tor Vergata e la trasformazione dello Stadio Tre Fontane in un impianto paralimpico.

Di fronte a questa opposizione alla candidatura, si sarebbero potuti stagliare tre diversi scenari: un'intesa tra Governo e Comune, un'azione del Governo per portare avanti la partecipazione di Roma senza l'appoggio della giunta comunale, oppure il totale abbandono del progetto.

Nonostante le posizioni a favore del Governo e del Presidente del CONI Giovanni Malagò, che sostenevano la possibilità di dare nuova luce alla capitale attraverso gli investimenti dedicati ai Giochi Olimpici, le istituzioni hanno optato per la terza possibilità: il "no" definitivo alle Olimpiadi 2024 è arrivato a settembre 2016, con una mozione in Campidoglio che ha visto 30 voti favorevoli contro 12 contrari, a seguito della quale Malagò si è visto costretto a ritirare la candidatura di Roma con una lettera al Comitato Olimpico Internazionale datata 11 ottobre, anche se pochi giorni prima aveva presentato la seconda fase del Dossier.

Contestazioni e conseguenze

Le maggiori contestazioni alla decisione del sindaco Raggi sono state legate alle argomentazioni economiche portate a sostegno della propria posizione. I pareri a favore della candidatura di Roma affermavano che, della grande cifra destinata al progetto Olimpiadi 2024, il Governo avrebbe stanziato subito 140 milioni di euro per la realizzazione del Villaggio Olimpico di Tor Vergata, del centro media e di alcuni impianti, mentre i 3,2 miliardi necessari ai costi operativi sarebbero stati erogati da privati, 1,5 miliardi dal Comitato Olimpico Internazionale e 910 milioni di euro dagli sponsor. Il resto sarebbe stato coperto dalla vendita dei biglietti degli eventi e i costi non avrebbero impattato sul bilancio comunale. Il beneficio economico è stato stimato in una crescita del PIL di Roma del 2,3% e in un introito pari a 7,1 miliardi di euro.

Altre recriminazioni sono state relative alla mancata creazione di un numero consistente di posti di lavoro, di cui non solo la capitale, ma l'Italia intera, avrebbe beneficiato.
La candidatura di Roma ai Giochi Olimpici 2024 è stata una vera maratona e, ad oggi non è ancora possibile valutare se la mancata partecipazione sia stato un affare sfumato oppure un disastro evitato. L'ardua sentenza spetterà ai cugini francesi, una volta tirate le somme.


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